Giuseppe (Puglia). Ipovisione, timidezza e vergogna. Come "vincerle" a scuola"

Ciao Giuseppe
Quante questioni da affrontare e quante domande!
Cominciamo …

<< Sono affetto da albinismo-oculare con nistagmo orizzontale.
Questo non mi permette di seguire la lavagna a scuola e di socializzare, per via anche della mia timidezza e una sorta di "vergogna" del mio disturbo con le altre persone >>.

Una premessa.
La scuola ha un ruolo importante alla tua età. Ti aiuta, attraverso gli insegnanti, a guardarti intorno, ad esplorare lo scibile, che diventa sempre più vasto e riempie non solo i libri, ma naviga in un mondo condivisibile da ogni punto della terra, un mondo con cui si può interagire con un semplice click.
Guardarti intorno ti servirà per capire cosa fare e, soprattutto, ESSERE da grande, come impegnare il tuo tempo, perché la tua vita sia quanto più soddisfacente possibile, non solo in termini di guadagno economico, ma anche di “sentirsi bene dentro”,  nella passione che avrai nel compiere i gesti di tutti i giorni, sia essi di obbligo sociale che di diletto personale.
La scuola ti servirà in vista di qualsiasi strada sceglierai di percorrere, qualsiasi “mestiere” sceglierai di fare, sia esso manuale che intellettuale.
La scuola ti servirà per imparare a muoverti nella società e ad  interagire con essa.

Questa “pesante premessa”, a mo’ di  PREDICOZZO, per arrivare al dunque …  una sfilza di domande!

Cosa ci guadagni, anche solo in termini di serenità, nel nascondere le tue difficoltà oggettive, associate alla vista, ai tuoi insegnanti e ai tuoi compagni di classe?
Che senso ha non dire:
che per seguire meglio le lezioni hai bisogno di stare quanto più possibile vicino alla lavagna (una lavagna ben cassata, su cui l’insegnate scriverà con gesso bianco, in stampatello e in grande) e che se ci fosse una lavagna luminosa sarebbe grandioso, non solo per te? … anche un miope all’ultimo banco ne trarrebbero vantaggio …;
che per scrivere o leggere devi stare praticamente con la testa appiccicata al quaderno o al libro perché la tua visione nitida è scarsa per cui non lo fai per dispetto alla tua colonna vertebrale? … certo  un leggio, anche solo di plastica sarebbe l’ideale …;
che quando c’è troppa luce nell’aula, sei costretto a socchiudere gli occhi e a fargli ombra mettendo la mano sulla fronte, per vedere meglio cosa c’è scritto alla lavagna e che sarebbe meglio ci fossero almeno delle tende scorrevoli per limitare all’occorrenza l’ingresso improprio della luce in aula? … onde evitare che magari tu faccia il bulletto indossando gli occhiali da sole in classe …
e… bla bla … quante altre domande ancora? … aiutami …di certo ne avrai altre, dai! … non solo relative alla scuola …

Cosa ci guadagni, allora?
SOLO FATICA IN PIÙ!
E’ sì, proprio fatica in più perché a casa ti ritroverai a fare il doppio del lavoro, dovendo, ad esempio,  ricostruire un’ equazione matematica, che l’insegnante ha spiegato alla lavagna, per la prima volta! ... so che – almeno tempo fa era così  - i libri di matematica sono carenti nelle spiegazioni, per cui sarà  dura sì! A meno che il tuo compagno di banco, a conoscenza delle tue difficoltà visive, non ti lasci controllare la lezione dal suo quaderno, il che significherebbe doverlo fare nel tempo in cui non c’è lezione, che so, durante la ricreazione, mandando in frantumi la possibilità di fare quattro chiacchiere con i coetanei; o durante l’ora di educazione fisica, fingendo un’indisposizione, il ché precluderebbe al tuo corpo e alla tua mente  un’ora di salutare relax e socializzazione
So, forse, a questo punto, a cosa stai pensando … “metti che l’insegnate organizzi una partita a palla a volo, il cuore mi batterebbe a mille …chi l’acchiappa la palla? Io non la vedo! Che figuraccia, farei! Meglio non giocare e controllare gli appunti presi a lezione … così prendo due piccioni con una fava”

Ti conviene? Riflettici.
 Lo so che sei in grado di riflettere. Sei intelligente. E scommetto che sei anche molto sensibile.

Sento la tua vocina dire a questo punto "E’ facile parlare, quando non si vive in prima persona una diversità! Le emozioni mi tartassano! Perché devo dire che vedo poco? Faccio finta di vedere! Faccio più fatica, che importa! Mi prendono per poco socievole, uno che ha la “puzza sotto il naso”, che importa!  Però pensano che vedo, eh, vuoi mettere!"

E’ vero, è facile parlare “fuori dall’esperienza”!
Ma pensa un po’ ai vantaggi che ne trarresti se la tua classe fosse solidale con te, grazie a te.
Sì proprio grazie a te.
Timidezza e vergogna lasciale a casa, in un cassetto. Sfodera l’arma del sapere nella casa del sapere, quale la scuola. Con l’aiuto di un tuo insegnante prepara una lezione, in cui parlare alla classe della tua diversità, invitando,perché no, ognuno dei tuoi coetanei a parlare di quella che è la propria diversità, reale e oggettiva, o apparente e soggettiva.
Vedrai, ti stupirai!
Ognuno di noi è diverso dall’altro, per fortuna! Se non ci fosse diversità ci saremmo estinti ormai da tempo! La diversità può essere più o meno visibile: diversità fisica, diversità caratteriale, diversità fisiologica:
capelli rossi biondi o castani, occhi scuri o chiari, pelle scura o chiara, capelli ricci o lisci, denti dritti o storti, orecchie a sventola o ben attaccate alla testa, grassi o magri, gambe dritte o storte, piedi normali o piatti; allergie primaverili, allergie alimentari; timidezza o spavalderia; sentirsi belli o brutti; etc … aiutami anche in questo caso, su, quali altre diversità?
Di qualunque natura essa sia, una diversità è tale per chi la sente e la vive.
Una diversità sentita e vissuta condiziona la nostra vita personale, familiare, e sociale, limitando la spontaneità e il senso di libertà nel proprio agire.

Qual è la tua diversità, quella che ti fa sentire a disagio quando sei con gli altri?
LA VISTA.
Vedi di meno. Dillo ad alta voce, così lo dici a te – sì proprio a te - e agli altri.
Spiegalo a te e agli altri. Il perché è nella natura delle cose, la genetica e il caso.

P.S.
Cerca di condivide quanto hai confidato a me con i tuoi genitori – con lo psicologo, di certo già lo fai -. I genitori sono i pilastri della nostra crescita, ci sostengono ad ogni passo.
Dai una lettura a "Perchè, spesso, si tende a nascondere la propria condizione di ipovisione"
Per una prima infarinatura su che cos’è l’albinismo, vai a "informazioni divulgative"

… alla prossima … affronteremo  un’altra questione da te posta … ti lascio riflettere.
Lirò