Bianca alba mia

Cinquanta madrigali inediti del signor Torquato Tasso alla Granduchessa Bianca Cappello dei Medici
Nella seconda metà del 1500, il poeta Torquato Tasso dedicò madrigali e canzoni a Bianca Cappello, divenuta Granduchessa di Toscana.
Donna di grande bellezza, Bianca era dotata anche di una particolare sensibilità alle sofferenze altrui, forse perché aveva avuto lei stessa una vita difficile e contrastata.  Il poeta vede in lei una figura luminosa, stella luna aurora, capace  di elevare la mente e i sentimenti di chi l’ammira.

In me stesso m’esalto
che quando in tanta luce il guardo invio
tanto mi sento alzar, ch’io son più ch’io.

Le immagini legate alla bianchezza sono pervase di luminosità, gentilezza  e splendore: allusione al candore della carnagione di Bianca (considerata a quel tempo come dote di particolare fascino), nonchè alle sue qualità spirituali.

Nubi lucide e lievi
che tante avete in ciel vaghe figure
e contra ‘l sol tanti colori e tanti;
di questa ch’è sì bella e lui somiglia
e pur gran meraviglia
prendete, o nubi, ancora i bei sembianti.
Nubi, nubi volanti
acque piovete a lei più dolci e pure  
 Mirate, in sul mattin Candida splende
lucidissima  stella
Non  Vener no, ma luce alta novella
che  di sovrano amor l’anima accende
Tu, bianca e vaga luna
ch’hai tanti specchi quanti sono i mari
Mira questo candor  ch’è senza pari
Qual miracolo, amore
Se la bianca Alba mia
De l’alba in cielo che l’oriente aprìa
luce spargèa maggiore.
Non ha, non ha per  sé l’alba splendore
dal Sol ben ella il prende
Ma la Bianca Alba mia per sé risplende.

 
Per saperne di più:
Torquato Tasso