Mio figlio, 3 mesi, ha il nistagmo pendolare. Come comunicare con lui?

Come faccio a capire le sue reazioni?  
È assolutamente comprensibile che una madre possa trovarsi a disagio nell'interagire con un bambino piccolo che presenti un comportamento oculare non comune. Ciò perché la comunicazione di sguardo tra madre e bambino è un elemento che concorre alla confortevolezza ed alla facilità dell'interazione, specialmente quando il bimbo è molto piccolo. In ogni caso, è senz'altro possibile instaurare un’ ottima relazione ed un buon contatto con un bambino, anche quando i suoi occhi si comportano in modo  speciale. Si possono, ad esempio, ottenere indizi ugualmente utili che ci comunicano lo stato d'animo e le intenzioni del bambino, osservando con calma ed attenzione gli altri suoi comportamenti motori - movimenti degli arti e del capo - in risposta alle iniziative di stimolazione.
Per facilitare al bambino la percezione dell'ambiente, e quindi consentirgli la formazione di un rapporto sereno e curioso verso la realtà e le persone, sarà utile considerare alcuni accorgimenti, in ragione delle sue prevedibili difficoltà visive.
Sarà utile presentare con movimenti lenti gli oggetti, senza agitarli troppo rapidamente davanti al volto del bambino, e non variare bruscamente la distanza di presentazione dei vari oggetti.
Sarà molto utile scegliere elementi a forte contrasto visivo, con colori nitidi e ben contrastati. Sarebbero da evitare tutti gli sfondi variegati, scegliendo invece quelli uniformi. Quando ci avviciniamo al bimbo, ad esempio, per prenderlo in braccio, sarà utile non farlo in silenzio ma, ad esempio, parlargli, anche solo brevemente, prima di toccarlo. Quando stiamo per sollevare il bambino cerchiamo di non realizzare movimenti troppo repentini, ma accenniamo il movimento, così da fargli intuire che cosa sta per succedere.
Evitiamo variazioni troppo brusche tra ambienti con luce troppo intensa ed ambienti bui. Manteniamo una certa caratterizzazione e coerenza nel tempo riguardo gli aspetti olfattivi della nostra persona e degli ambienti della casa, curando di non modificare profumi, cosmetici, saponi eccetera. 
Fare in modo che nelle varie interazioni sia maggiormente illuminato  il volto del genitore, rispetto a quello del bambino. Evitare di sottoporre il bambino a bombardamenti  di stimoli e prove ripetute per cercare di stabilire le sue capacità visive; le performance percettive ed il sistema visivo di un bambino molto piccolo sono comunque normalmente immature, quindi le nostre osservazioni dovranno essere rivedute e maggiormente dettagliate nel tempo.
Inoltre se siamo troppo occupati a verificare continuamente le capacità visive del bambino, inevitabilmente, ci metteremo in una condizione tale, per cui saremo ansiosamente preoccupati di questo problema, e rischieremo di perdere di vista gli stati d'animo, le intenzioni, le comunicazioni del bimbo, oltre a trasmettergli implicitamente la nostra ansia, senza alcun vantaggio.


Per saperne di più:
Quanto vede il mio bambino?