Le superstiziose uccisioni degli albini devono cessare!

da Dar es Salaam, Telesphor Remigius Magobe  12 Maggio 2008

A partire dallo scorso anno, ci sono state uccisioni di Albini in Tanzania.

Gli organi degli albini, in particolare i genitali, gli arti, il seno, le dita e la lingua, sono, a quel che si dice, molto richiesti dalle persone dedite ad attività minerarie e di pesca, nella zona circostante il Lago Vittoria, specialmente nelle regioni di Mwanza, Shinyanga e Mara.

 

Oltre che per le uccisioni di albini, le tre regioni sono note anche per le uccisioni di persone che si suppone siano streghe o stregoni. Una pura e semplice diceria, sul fatto che una persona abbia a che fare con la stregoneria, è spesso una giustificazione sufficiente perché una folla adirata uccida la persona sospetta. Dunque, le uccisioni associate con le superstizioni non sono nuove nel paese, specialmente nelle aree rurali.

 

Corre voce che gli organi degli albini possiedano poteri mistici, in grado di rendere una persona favolosamente ricca, in breve tempo. Per mostrare quanto serio sia il problema, di recente accade che corpi di albini defunti sono riesumati, di notte, da persone non identificate, alla ricerca degli “organi magici”. Dato che le industrie minerarie e della pesca godono attualmente di un boom pari a nessun altro precedente, i due settori attraggono gente di ogni ceto e cultura. E questo fattore aumenta i rischi per gli albini.

 

Quelli che cercano ricchezze immediate vanno a caccia, con le buone o con le cattive, di albini che, secondo fonti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), superano di poco le 170.000 persone nel paese.

 

Altre fonti dicono che, in Tanzania, ci sono circa 300.000 persone con albinismo.

Sebbene non ci sia alcuna ricerca fatta dal Governo, atta a stabilire il numero degli albini che sono stati uccisi, alcune fonti ritengono che il numero sia approssimativamente pari ad almeno 50 persone.

 

Poiché gli organi sono ancora altamente richiesti, è più probabile che le uccisioni aumentino, a meno che il Governo e i rappresentanti pubblici collaborino per combattere contro le credenze che incoraggiano le uccisioni degli albini. Dato il loro piccolo numero e la loro vulnerabilità, gli albini Tanzaniani necessitano di un’adeguata protezione sociale e legale, così che possano godere completamente del loro diritto alla vita ed alla libertà di muoversi senza timore, come fanno gli altri Tanzaniani. Questo è necessario sia fatto con urgenza.

 

Sfortunatamente, le uccisioni misteriose hanno causato apprensione tra gli albini. Ora, date le circostanze, si sentono molto insicuri. Hanno perfino paura di stare da soli, camminare da soli e viaggiare da soli, per evitare eventuali pericoli.

E’ davvero sbalorditivo vedere come alcune persone possano usare, egoisticamente, altre persone come mezzo per il proprio fine e siano, quindi, disposte ad uccidere chiunque, in qualsiasi momento, pur di  aumentare il proprio benessere materiale!

 

Ovviamente, il singolo individuo, gli attivisti dei diritti umani e le società civili hanno condannato le uccisioni in diverse occasioni ed hanno fatto appello, in modo particolare, alle istituzioni di ordine pubblico per proteggere gli albini, preda di persone senza scrupolo e affamate di denaro.

Se l’uccisione degli albini toccherà personalmente ogni Tanzaniano, si troverà il modo di combattere  questo crimine spregevole. Se, invece,  resteremo fermi e penseremo che qualcun altro lo farà per noi, allora le uccisioni continueranno, finché le persone crederanno che per diventare ricche debbano possedere qualche organo albino.

Che strana credenza!

 

Il presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete ha detto, recentemente, durante il suo discorso televisivo mensile alla nazione, che le uccisioni sono vergognose e dolorose per la nazione ed ha quindi fatto appello ai Tanzaniani perché diventino più severi su tale comportamento antisociale. Kikwete ha promesso di mettere a punto un piano di sicurezza che riduca i rischi per gli albini ed ha ordinato alle Autorità dei Governi Locali di lavorare duramente perché questo abbia fine.

  

Egli ha anche dato istruzioni alla polizia di dare la caccia ai guaritori tradizionali coinvolti nelle uccisioni degli albini. << Io vi richiamo a rifiutare le credenze superstiziose e le scorciatoie per ottenere ricchezza. Si tratta di false credenze! E noi le dobbiamo abbandonare! >> ha detto.

 

Il vice presidente, il Dr Ali Mohamed Shein, rivolgendosi al pubblico. il 4 Maggio, in occasione del National Albino Day, in Dar es Salaam, ha definito la strage degli albini come un fatto disonorevole per la nazione. Ha esortato i Tanzaniani a lottare insieme contro le uccisioni rituali depravate e legate alla ricchezza.

 

Il National Albino Day, oltre ad essere seguito dagli albini Tanzaniani e da alcuni legislatori, ha anche ricevuto i rappresentanti delle persone con albinismo provenienti da Ghana, Kenya, Malawi, Senegal, Sud Africa e Regno Unito.

 

Il segretario generale dell’Associazione Albini della Tanzania (AAT), Samuel Mluge, ha detto che l’Associazione ha abbozzato una proposta di ricerca per stabilire le cause all’origine delle uccisioni e ha fatto appello al Governo perchè dichiari l’evento come un disastro nazionale. Ha anche richiamato gli accademici, i leaders religiosi e gli attivisti dei diritti umani ad informare i rappresentanti pubblici che la strage degli albini è socialmente e moralmente ingiustificata.

 

Il segretario generale dell’AAT ha fatto notare inoltre che un’altra sfida che gli albini affrontano in Tanzania è la discriminazione sul posto di lavoro da parte di alcuni datori di lavoro per il fatto che sono disprezzate le loro qualifiche e le loro competenze.

 

Gli albini Keniani simpatizzano con la loro controparte Tanzaniana e, parlando ai giornalisti Tanzaniani a Dar es Salaam lo scorso Martedì, hanno espresso la loro grande preoccupazione per le uccisioni nel paese. Essi desiderano che le uccisioni abbiano fine e che non si diffondano in Kenya. << Siamo molto preoccupati per le uccisioni che potrebbero facilmente diffondersi nel nostro paese, cosa che a noi non piacerebbe che accada >>, ha detto il presidente dell’Associazione Albini del Kenya (AAK), Alex Munyere. Egli ha detto che sono impegnati a proteggere i loro diritti e a combattere contro i perpetuatori fino a che le cose non cambino.

 

Secondo i media locali, nell’ultimo mese, sono stati arrestati 172 sospettati, in rapporto con le uccisioni degli albini nel paese. Alcuni sospettati hanno ammesso che sono stati consigliati dai guaritori tradizionali a procurarsi organi di albini, al fine di ottenere ricchezza in un batter d’occhio.

 

Quindi, le uccisioni degli albini sono essenzialmente associate alla superstizione: ogni volta che una persona va incontro ad una privazione nella vita tende a consultare i guaritori tradizionali per scoprire quale potrebbe essere la causa delle avversità e delle sfortune e come porvi rimedio. La soluzione è spesso quella di andare in cerca di scorciatoie che vi pongano fine, causando più problemi alla società.

Di recente, è stato riportato che, nel paese, sono venuti a galla 2000 casi di commercio in organi umani. Al momento si pensa che sei  persone siano state uccise e scuoiate nella Regione Mbeya, a sud-ovest della Tanzania.

 

C’è, secondo i media, un’alta richiesta di cute umana in Malawi, Zambia, Mozambico, Sud Africa e Repubblica Democratica del Congo. La cute umana sarebbe venduta ad un prezzo che, al momento, va da Sh 168,000 (circa USS 134,4) a Sh 672,000 (circa USS 537,6).

 

Fin da quando, nel 1960, c’è stata l’indipendenza, la Tanzania era nota come un porto di pace e di stabilità politica. Questa fama sta svanendo lentamente: la dilagante corruzione, la cattiva gestione delle risorse nazionali, la povertà, il costo della vita e i crimini spregevoli sono in continuo aumento.

 

Sebbene le credenze superstizione possano rientrare nella categoria di fenomeni complessi della società, esse sono comunque meccanismi di controllo e di sopravvivenza. Più uno è potente più si pensa diventi influente e fortunato socialmente, economicamente e politicamente.

 

Ogni cosa si pensi conduca al successo materiale, è sperimentata da quelli che  lo cercano, anche se essa richiede il sacrificio di una vita umana.

Questo non può essere giustificato!

Andiamo in cerca del successo, che non metta a repentaglio la dignità e il benessere materiale di un’altra persona!

Abbiamo il coraggio di far fronte ai problemi imminenti, senza ricorrere a scorciatoie o a soluzioni semplici!

 

Telesphor Remigius Magobe
(traduzione a cura di ro.pe.)
 

 

Telesphor Remigius Magobe. Sono nato nell’Isola di Ukerewe nel Lago Victoria-Mwanza, Tanzania. Dopo la scuola secondaria, nel 1988, mi sono arruolato nel Servizio Nazionale (1 anno) e dopo ho studiato Filosofia (3 anni) al Seminario Maggiore in Tanzania. Nel 1992 sono andato in Zambia per studiare Teologia Spirituale (1 anno) e dal 1993 al 1995 ho fatto esperienza pratica a Malawi (Lilongwe).
In quel periodo, mi sono impegnato in questioni di giustizia sociale – accrescere la consapevolezza dello sfruttamento degli affittuari delle piantagioni di tabacco da parte dei ricchi e fare pressione per un cambiamento, perché essi erano mal pagati e potevano a mala pena mandare i loro figli a scuola. Nel 1995 sono andato a Londra per studiare Teologia all’Istituto Missionario ( affiliato con l’Università del Middlesex). Mi sono laureato nel 1998 ed ho ottenuto il B.A.
Mentre ero in Inghilterra, facevo anche consulenza ai detenuti della Prigione di Pentovile ed ero membro del North London Justice and Peace Network, che esercitava pressioni per un commercio equo, esortando soprattutto i paesi Europei a stabilire relazioni di scambio equo con i paesi in via di sviluppo, in particolare con i paesi Africani. Incoraggiavamo i membri a comprare prodotti Africani.
Terminati gli studi, sono venuto a lavorare a Malawi e mi sono impegnato nell’animazione dei giovani, educandoli sulla trasformazione dei luoghi di lavoro e sulle questioni dei diritti umani. Ho lavorato qui per 3 anni e sono stato assegnato alla Missione Cattolica Romana, come curato.
Nel 2003 sono ritornato in Tanzania ( Dar es Salaam, dove sono di base) e ho cominciato a lavorare con i media (prima, come Features Edito e, dal 2006 ad oggi, come Sub-Editor con un settimanale locale Inglese). Ora sto studiando legge (LLB) alla Open University della Tanzania e scrittura creativa alla Writers Bureau Ltd.
Scrivo per il Justice Review Journal, di cui è proprietario uno Studio Legale Locale, al quale fornisco un articolo su qualsiasi problema. Scrivo articoli anche per alcuni siti web.
Ho una vasta esperienza lavorativa con persone di cultura e nazionalità diverse. Parlo tre linguaggi locali (incluso il Kiswahili), l’Inglese, il Chichewa (il linguaggio parlato a Malawi) e sto imparando il Francese dai libri.