Ombra bianca di Cristiano Gentili. Una realtà africana romanzata
Ti temo perché sei diverso.
Ti perseguito perché ti temo.
Sei diverso, siete in pochi, e per gli Spiriti del lago tu sei so¬prannaturale. Molto più simile a loro che a noi.
Sospeso tra due mondi sfuggi al mio controllo e, proprio come gli Dei, puoi essere disgrazia nera o fortuna color oro.
Eppure come me piangi e ridi.
Sei o non sei un essere umano? Questo mi domando io.
Ma… Io chi?
dedicato alle persone invisibili
Poi nacque Lei
Il corpo della madre si aprì per farle strada alla vita.
I vagiti furiosi trapassarono la porta di lamiera della capanna e giunsero fino al cortile gremito. Una nascita era sempre un evento che coinvolgeva l’intera comunità dell’isola di Ukerewe; …
… Il nostro spicchio di cielo a terra, pensò Sefu, il padre della neonata, in attesa che la porta di casa si aprisse.
Il tempo passava, e la porta restava ostinatamente chiusa. …
… A un tratto la porta della capanna si aprì e una donna fece cenno a Sefu di entrare. Sul cortile scese la quiete. Lui oltre¬passò la soglia di casa e il sorriso gli morì sulle labbra. Vide sua figlia dormire nuda su una stuoia. Sbarrò gli occhi e si afferrò i capelli con entrambe le mani. Il corpo paralizzato, gli occhi ip¬notizzati dal corpicino che volle toccare con un dito auspicando fosse una sua fantasia. Era invece indiscutibile. Benché fossero trascorse alcune ore dalla nascita, la pelle di sua figlia era lattea come quando dalle acque del ventre di sua madre era venuta alla luce. È un’ombra bianca, continuava a ripetersi e a negarselo.
Nella capanna l’aria era impregnata di un silenzio mortale.
Come ho fatto a procreare un essere simile? Sono stato pos¬seduto da spiriti malvagi mentre mi univo con Juma? O forse quel demonio è frutto del seme di un altro uomo? Deve essere così. Una maledizione scagliata dagli Spiriti del lago in seguito al tradimento della mia seconda moglie.
«Dovrà morire» sentenziò Sefu. Poi si voltò e uscì. ...
Inizia così una realtà africana romanzata, OMBRA BIANCA di
Cristiano Gentili.
Nato a Grosseto nel 1973, ha lavorato nella cooperazione allo sviluppo e nell’emergenza umanitaria con un’Organizzazione Internazionale nei Balcani, in Africa, Asia e America del Sud per oltre dieci anni.
Il tuo romanzo nasce da una realtà sconcertante, vissuta con i tuoi occhi. Quando sei venuto a contatto con questo dramma umano, sociale, culturale?
Nel 2009, mentre lavoravo in Darfur, un collega mi informò dell’incredibile realtà degli africani con albinismo. Allora, nel 2011, mi decisi, presi un’aspettativa lavorativa e viaggiai per la Tanzania, il paese con il più alto tasso di albinismo al mondo, in compagnia di un’attivista dei diritti umani al fine di comprendere le radici del pregiudizio nei confronti degli “albini africani”, le loro condizioni di vita e la loro reale esclusione sociale. Ho viaggiato per il paese travestendomi da turista curioso facendo sempre finta di trovarmi per caso dove invece ero per scelta.
Perché proprio gli “albini africani”? Che cos’è che ti ha colpito di più, rispetto ad altre realtà che hai vissuto attraverso il tuo lavoro?
Mi ha colpito l’assurdità del pregiudizio e della discriminazione. Ho voluto indagare le motivazioni alla base di quest’assurda realtà e mi sono posto la domanda se il pregiudizio fosse nato e continui ad alimentarsi dell’odio verso il bianco occidentale per come ha ridotto la loro cultura, la loro terra.
Come è nato Ombra Bianca?
Osservando l’emarginazione a cui queste persone erano e sono tuttora condannate, mi convinsi che avrei dovuto fare, iniziare qualcosa.
Nell’estate del 2011, un mese dopo il rientro in Italia, ho pubblicato “Adimu, un’ombra bianca” in 200 copie su un conosciuto portale di auto pubblicazione. Poco soddisfatto del risultato (era un romanzo breve con uno stile sciatto, scritto di getto) ho deciso di trasformarlo in un vero e proprio romanzo creando dei personaggi capaci di far immedesimare e calare il lettore in un’incredibile realtà attuale della meravigliosa Africa.
Decisi di mantenere la trama così come l’avevo delineata, scrivendola d’impulso e sotto l’effetto della frustrazione generata dall’esperienza in Tanzania. Ritenni che la migliore soluzione fosse quella di pubblicare il romanzo da indipendente ma in modo professionale. Ho quindi lavorato per due anni alla stesura del romanzo “Ombra bianca” affiancato da due giovani editor indipendenti (Chiara Guidotti e Beniamino Soressi). Ho costituito una casa editrice, Ota Benga, e mi sono avvalso inoltre delle competenze di impaginatori, stampatori e creatori di ebook professionisti, spinto dalla convinzione che avrei dovuto offrire un libro di qualità e di valore per il lettore..
Cosa ti proponi di fare con questo romanzo?
Far conoscere ciò che avviene là, in Africa, fare pressioni su organizzazioni governative e non, coinvolgere e mobilitare istituzioni e persone, per fare qualcosa di concreto e non le solite chiacchiere: garantire una vita dignitosa ad esseri umani come noi.
La casa editrice Ota Benga, costituita con i miei risparmi, ha pubblicato e pubblicherà solo questo libro, spero tradotto in diverse lingue.
Il ricavato (che come ti immagini è veramente poco) mi aiuterà a mantenere in vita questo progetto. Certo so già che difficilmente coprirò i costi con la vendita di ebook a 0,99 cents e il cartaceo a 10€ ma sono intenzionato ad andare avanti. Ce la metterò tutta. E vedrai che ce la farò, anzi ce la faremo perché mi farebbe piacere che anche voi e tanti altri foste coinvolti.
Vuoi fare un appello al lettore?
Se ti piace il romanzo e ti convince questa iniziativa fai il passaparola nei mezzi e nelle forme che più ritieni opportuni.
Noi siamo con te
rosa pellegrino e la redazione Albinismo News
Per saperne di più:
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