Africani bianchi, africani albini. Pelle bianca, anima nera. Cosa dicono di noi
"Perchè..." - foto by Liron Shimoni
Noi abbiamo la pelle bianca, quelli intorno a noi hanno la pelle nera.
Non sappiamo il perché. Né noi, né loro. Nessuno ci dice il perchè.
La fantasia popolare corre di regione in regione, di villaggio in villaggio, di voce in voce, alla ricerca di un perché. Così le leggende intorno a noi si sprecano, diversificandosi nello spazio e nel tempo, ne nascono di nuove ispirate dai deliri degli stregoni, dai settori economici in crisi e dai mali contemporanei.
Diverse, contraddittorie, assurde, ci calano in vesti angeliche o diaboliche, ci fanno elargire fortuna o sfortuna, ricchezza o povertà, miracoli o disgrazie, bene o male, a seconda della convenienza, o cos’altro, non si sa.
Una pesca abbondante è assicurata dalla tessitura di capelli albini nella rete da pesca o dalla presenza di un albino sul peschereccio, presenza che, talvolta, preserva anche dai guai di un mare in burrasca perché un albino non affonda: può usarsi, all’occorrenza, come una sicura scialuppa di salvataggio. Solo questa la motivazione alla compagnia di un albino a bordo, altrove scacciato e deriso, non compagno né di giochi, né di studio, né di lavoro.
Le parti del corpo di un albino si trovano a caro prezzo sulle bancarelle di mercati clandestini, perché, indossate come amuleti, portano fortuna, ricchezza, salute. Costituiscono ingrediente necessario per le pozioni accuratamente preparate e “sapientemente” vendute dagli stregoni. Questo spiega le uccisioni, i rapimenti, le amputazioni, le decapitazioni.
Gli albini hanno poteri magici grazie ai quali possono curare le malattie, quelle degli altri, non la loro., di malattia, devastante nel corpo e nell’animo.
Il rapporto sessuale con una donna albina cura l’AIDS. Le donne albine vengono stuprate e contagiate dal virus. Inevitabilmente, un altro male si diffonde.
Sputare su un albino previene dal fatto che la stessa condizione si presenti nella propria famiglia. Sputare dunque per allontanare la disgrazia.
La madre di un bimbo albino è stata sputata da un albino durante la gravidanza. L’albino perpetua dunque la discendenza dei suoi simili attraverso il solo atto di sputare.
Lo sputo che allontana la disgrazia, lo sputo che porta la disgrazia. La differenza è solo in chi sputa.
Un albino manca dello strato superiore della pelle. Quello che gli dà il colore nero?
Un albino e sua madre sono posseduti dagli spiriti del male. Vanno allontanati dal villaggio, dalla vita comune.
Il diavolo porta via il bimbo sano e lo sostituisce con un bimbo albino. Uno strano scherzo del male.
L’albinismo è molto contagioso e si trasmette anche solo toccandosi. Meglio quindi stare lontani dagli albini: per strada, a scuola, sugli autobus, nei luoghi di lavoro.
Gli albini sono abitati dai fantasmi dei colonizzatori europei. Ecco perché sono bianchi.
La madre di un albino ha avuto un rapporto sessuale con un uomo bianco. Non può che essere ripudiata dal marito e dal villaggio, a meno che non riesca a disfarsi del neonato, abbandonandolo, o uccidendolo e seppellendolo in un anonimo dove.
L’albino ha bassa capacità intellettiva. A scuola non segue la maestra quando scrive alla lavagna, si distrae, sembra assente. La maestra non sa che è sufficiente farlo sedere a poca distanza dalla lavagna. Non vede bene, ma è in grado di comprendere, ragionare, pensare. La maestra non lo sa, neppure il bimbo albino lo so.
Altre voci, altre dicerie si susseguono, si moltiplicano, si tramandano. Non c’è ragione che tenga alla loro credibilità.
Intanto noi viviamo la nostra vita, appesantiti da sensi di colpa e di angoscia su chi e cosa siamo per noi e per la nostra famiglia, su quanto possiamo essere di periocolo alla nostra comunità.
Il nostro marcato e diverso aspetto esteriore, rispetto ai membri della famiglia e della comunità nera, comporta in noi seri problemi di accettazione e di integrazione sociale. Soffriamo emotivamente e fisicamente per le neoplasie dermatologiche e l’ipovisione. Siamo cacciati per le preziose parti del nostro corpo, costretti a vivere in solitudine, rinchiusi in casa, o lontani dalle nostre case.
Una vita di solitudine, di tristezza interiore e di emarginazione, senza che ci sia un comprensibile perché.
Quando avrà fine tutto questo.
(rosa pellegrino)