Mio figlio, albino oculare, ha due anni e mezzo e mostra molto interesse per l'informatica...

È presto per pensare ad educarlo all’uso di programmi per ipovedenti? 

Parlando in generale, un bambino albino  di due anni e mezzo deve costruire la propria conoscenza della realtà attraverso azioni pratiche di scoperta e di modificazione degli oggetti materiali.  Questo non rappresenta affatto una perdita di tempo, nell'attesa che il bambino cresca,  ma, invece, è una attività fondamentale per la costruzione della persona in tutte le sue sfaccettature.
Il gioco si verifica con attività, da solo ed in compagnia di altre persone, compagne di scoperta e di divertimento. Non è quindi centrale a questa età la presenza di programmi per ipovedenti, i quali, di norma, servono per supportare la lettura e la scrittura al personal computer. Sebbene non ci sia assolutamente alcun motivo per censurare questi  oggetti tecnologici, in quanto facenti parte della nostra quotidianità, la conoscenza di questi strumenti deve essere considerata al pari di quella che un bambino di due anni e mezzo può fare nei riguardi di un televisore, di un citofono, di un cellulare, o di un lettore MP3.
Esistono alcuni programmi informatici che posseggono caratteristiche di appeal visivo per un bambino ipovedente perché, ad esempio, mostrano oggetti con colori sgargianti, ad alto contrasto, che si muovono accompagnandosi con suoni accattivanti. L'interesse, la curiosità e l'attenzione verso questo tipo di stimoli non va né censurata né particolarmente incoraggiata, e dovrebbe far parte della scoperta globale del mondo che un bambino a quell'età deve avere il tempo e la serenità di compiere.
È sempre importante però ricordare  che  non è possibile esprimere  pareri  professionali su di una specifica  persona, avvalendosi solo di informazioni generiche .