Un pezzo bianco da migliaia di dollari


Albinismo Africa (tanzania): 4 foto raccontano la storia di bibiana
(foto by jodv1951-modificata)



Mi chiamo Bibiana.
Avevo10 anni, quando, di notte,
uno sconosciuto 
mi ha assalita, mi ha tagliato la gamba destra e se l’è portata via.

Una domanda mi assillava “Perché mi ha fatto questo?”
<<Perché sei albina.>>, mi ha detto Rosemary,
un’infermiera dell’ospedale,  dove sono stata accolta.
Non capivo!
La motivazione mi sembrava assurda.
Ora, a distanza di tempo, continuo a riflettere.
E, continuo a non capire.

Ho 2 sorelle, Tindichebwa , albina e Sikujua.
I nostri genitori sono morti, prima mamma, poi papà.
Vivevamo con mia zia, in un piccolo villaggio rurale del Mwanza,  quando sono stata mutilata.

Viviamo ancora lì, nello stesso villaggio, col timore che possa succedere di nuovo qualcosa.
Temo per Tindichebwa!
Temo le possa succedere la stessa cosa che a me, o ancor peggio.


La Tanzania è il terzo produttore d’oro in Africa, dopo l’Africa del Sud e Ghana.
In Mwanza, Shinyanga e Mara ci sono miniere d’oro.
In Mwanza e Mara è inoltre fiorente la pesca del persico del Nilo.

Gli organi albini sono “hot cakes” per le persone che, in queste regioni, si cimentano in attività minerarie e di pesca, con il miraggio del benessere immediato.

Stregoni senza scrupoli, spesso assecondati dalla polizia, dai politici e da uomini di “grande cultura” si fanno gioco  dell’ignoranza e della credulità popolare.
<<Portami un “pezzo bianco” e, in poco tempo, sarai un uomo ricco!>>

Genitali, braccia, gambe, pelle, lingua, capelli…
tutte le parti di un corpo albino valgono migliaia di dollari.
Neppure in un’ umile tomba, un “corpo bianco” già in decomposizione, ogni suo singolo ossicino, trova riposo.

Diventano materia prima, scalfita, scolpita e modellata con cura da mani insane, per assumere la sembianza di ciondoli comuni, vari per forma e colore, da portare al collo,
“gli amuleti portaricchezze”.
Diventano primizie, bollite in pentoloni, insieme a spezie officinali, risucchiate del contenuto, “fino all’osso”, per farne un brodo, filtrato e imbottigliato, l’ “elisir di ricchezza”.



Bibiana
si muove lentamente, sorretta da fragili stampelle.
Un largo vestitino, copre ciò che non c’è più,

Si intravede un timido sorriso sulle sue labbra,
la speranza di un domani diverso.



Unica certezza: gli amuleti e gli elisir di ricchezza, fatti con pezzetti della sua gamba hanno seminato solo illusione e crimine,
hanno solo tolto a Bibiana “le gambe” per correre verso la vita.



rosa pellegrino