Storia minima

"La lampada di Aladino". Luis Sepùlveda. Edizione Guanda pp.39-40


 
Sono due ore che aspetto e chi se ne importa se mi guardano, borbotto a voce bassa mentre mi cerco in un angolo dello specchio per ravviarmi i capelli e aggiustare il nodo alla cravatta. Ci sono tante cose nello specchio: schiene di materiale sintetico che sfoggiano giacche di marca, gambe infilate in pantaloni di lino perché si avvicina l’estate, strane strutture vagamente antropomorfiche per sostenere camicie oppure maglioni di quelli che si portano con noncuranza sulle spalle, e lì, fra due paia di mocassini, c’è anche la mia testa, il mio viso un po’ nervoso, serio, speranzoso. La gente mi osserva, qualcuno sorride, altri danno una gomitata al compagno perché mi guardi e so che non è per via di quel che indosso. Vestito o nudo, non passerò mai inosservato. Ho raccolto dei fiori nel parco qua vicino. Niente di straordinario, fiori semplici che erano lì, a portata di mano. Non so nemmeno come si chiamano.
 
Verrà? Ne dubito, perché so quant’è difficile vincere una paura che non è paura, una vergogna che non è vergogna, la colpa più innocente. Ne dubito e, per vincere la sfiducia delle ore passate ad aspettare, mi accendo una sigaretta. Ora attiro molto di più gli sguardi dei passanti. E’ sempre così. “Sta fumando”, “Sta mangiando”, “Sta piangendo”. Qualunque cosa faccia è sempre così.  

All’improvviso guardo il mazzo di fiori e scopro che la mia mano, invece di reggerli, li stringe, li strangola con quella violenza minima che basta a sconfiggere i loro fragili colli vegetali. Sorrido pensando che sono appassiti in un lasso di tempo davvero minimo, come le bandiere di un esercito altrettanto minimo e sconfitto, e i loro petali cenciosi mi dicono che è ora di intraprendere la ritirata.

Getto i fiori nel primo cestino dei rifiuti e mi allontano, seguito dagli sguardi dei passanti e dalle loro voci che dicono: hai visto il nano come ha buttato via i fiori? Aveva un appuntamento? Con una nana? Hanno tirato un bidone al nano. Sono strani i nani, e altri commenti sulla cui statura non voglio né devo pronunciarmi.   


Per saperne di più: 
copertina libro: La lampada di Aladino di Luis Spùlveda  Luìs Sepulveda